Famiglie ricostituite

I profondi cambiamenti della famiglia e dell’istituzione matrimoniale sono documentati da una serie di dati demografici: calo e ritardo dei matrimoni; aumento delle convivenze; aumento delle separazioni e dei divorzi; aumento delle famiglie con un solo genitore; aumento delle famiglie ricostituite; aumento delle famiglie uni personali; calo complessivo delle nascite; aumento delle nascite fuori dal matrimonio.
Un segnale evidente di questi cambiamenti è presente anche nel linguaggio dove il termine famiglia è sempre più frequentemente accompagnato da un aggettivo che ne qualifica le caratteristiche strutturali: la famiglia nucleare, la famiglia monogenitoriale, la famiglia omosessuale, la famiglia di fatto, la famiglia ricostituita ecc.. E’ dal riconoscimento di questa pluralità di forme e dal riconoscimento della complessità di ognuna che è nata la spinta verso un approfondimento delle loro caratteristiche peculiari, in particolare, questo studio ha come obiettivo l’approfondimento della conoscenza riguardante le famiglie ricostituite.
Si definisce una famiglia ricostituita quando due adulti formano una nuova famiglia in cui uno di loro o entrambi portano un figlio avuto da una precedente relazione (Barnes 1991).
In genere, queste famiglie sono la conseguenza di divorzi, separazioni, famiglie mononucleari o della morte di un coniuge. Le famiglie ricostituite non sono un fenomeno nuovo nel nostro paese. In Italia, alla metà del nostro secolo, il 20% dei matrimoni erano seconde nozze, perché una parte rilevante delle persone vedove si risposava (Barbagli 1990). Le famiglie ricostituite di oggi sono molto diverse da quelle di un tempo. Nel passato esse si formavano dopo la morte di un coniuge, oggi, invece, si creano in misura maggiore in conseguenza ad un divorzio. Questo implica una differenza nella complessità tra le due strutture familiari che si vengono a formare: la ricostituzione familiare in seguito alla morte di un genitore significa, per i figli, la sostituzione del genitore scomparso, mentre nel caso in cui la ricostituzione avviene in seguito ad un divorzio significa l’aggiunta di uno o due genitori “sociali” a quelli biologici. Le strutture e le relazioni familiari che si vengono a formare, in seguito ad un divorzio sono, quindi, molto più complesse. Ogni famiglia presenta una propria struttura e un proprio modo di organizzare le relazioni al suo interno. Seguendo la teoria dei sistemi si potrebbe affermare che le famiglie ricostituite rappresentano un processo verso la complessità che comporta, per ciascun membro del sistema, l’attivazione di risorse cognitive ed emotive volte al cambiamento e all’adattamento.
Una delle difficoltà che le famiglie ricostituite devono affrontare è diventare un gruppo familiare senza avere una propria storia familiare alle spalle.
Questo processo secondo i Visher (1990) richiede alcuni passaggi:
1. La nuova coppia deve maturare e divenire solida
2. I precedenti legami genitori-figli devono essere mantenuti e devono evolvere
3. Le nuove relazioni tra genitori acquisiti, figli acquisiti e fratelli acquisiti devono essere sviluppate
4. Deve nascere un senso di appartenenza alla nuova unità familiare
Per quel che riguarda i rapporti con la famiglia allargata:
1. Il mantenimento dei rapporti con i genitori non conviventi
2. Il mantenimento dei rapporti con la parentela
3. Lo sviluppo di nuove relazioni con la famiglia estesa dei genitori acquisiti
I partners al secondo matrimonio devono affrontare un compito particolare: integrare se stessi e i propri figli all’interno della nuova struttura della famiglia ricostituita. Per ogni individuo quest’integrazione implica una rielaborazione del proprio modello di famiglia e delle proprie aspettative verso la vita familiare.
Questa sfida al concetto di famiglia dell’individuo, può contribuire al senso di shock e di disorientamento riportato da molte persone risposate